L’effetto sorprendente dell’AI: rallento del 19% per sviluppatori esperti

Uno studio recente mostra che gli strumenti di coding basati su AI possono rallentare gli sviluppatori esperti del 19% quando lavorano su codice familiare, a causa del tempo dedicato a rivedere e correggere i suggerimenti. Tuttavia, l’AI resta utile per sviluppatori meno esperti e progetti nuovi, sottolineando l’importanza di un uso strategico. Scopri perché gli strumenti AI per la programmazione possono ridurre la produttività degli sviluppatori esperti del 19%, le cause di questo rallentamento e quando invece l’AI aumenta davvero l’efficienza nel coding. Come usare al meglio gli assistenti AI nel workflow di sviluppo software.

Jul 11, 2025 - 07:41
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L’effetto sorprendente dell’AI: rallento del 19% per sviluppatori esperti

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale è stata spesso celebrata come la chiave per rivoluzionare la produttività in moltissimi ambiti, e la programmazione software non fa eccezione. Strumenti come Copilot, ChatGPT o Cursor sono stati accolti con entusiasmo, promettendo di alleggerire il lavoro degli sviluppatori e accelerare lo sviluppo di codice. Tuttavia, uno studio recente condotto dal nonprofit METR mette in luce un aspetto meno scontato e forse un po’ sorprendente: per sviluppatori esperti, abituati a lavorare su codice familiare, l’uso di assistenti AI può rallentare il lavoro fino al 19%.

Questo risultato sembra andare contro il senso comune, perché in tanti vedono l’AI come un alleato in grado di semplificare e velocizzare ogni attività, specialmente quelle ripetitive o complesse. Eppure, lo studio rivela che la realtà è più sfumata. Gli sviluppatori coinvolti, pur percependo un beneficio soggettivo e stimando di aver lavorato più rapidamente con l’assistente AI, in realtà impiegavano più tempo. La ragione principale sta nella necessità di rivedere, correggere e adattare i suggerimenti forniti dall’AI, che non sempre erano perfetti o del tutto aderenti al contesto specifico.

Quando un professionista esperto conosce già bene il codice su cui lavora, il processo di scrittura e modifica è rapido ed efficiente. L’AI, proponendo soluzioni “quasi corrette”, introduce un ulteriore passaggio di verifica e revisione, che alla fine si traduce in un tempo complessivo maggiore. In pratica, si crea un sovraccarico cognitivo: lo sviluppatore deve giudicare se accettare il suggerimento, modificarlo o riscriverlo, e questa continua interazione può diventare una fonte di distrazione e rallentamento.

D’altra parte, è importante sottolineare che l’AI non perde affatto il suo valore. Studi paralleli dimostrano che in contesti diversi — per esempio, con sviluppatori meno esperti o quando si tratta di lavorare su codice nuovo o poco conosciuto — gli assistenti AI possono portare a guadagni di produttività importanti, con aumenti di velocità fino al 56% e miglioramenti significativi nel completamento dei task. In questi casi, l’AI aiuta a superare blocchi creativi, riduce il tempo di ricerca e facilita la scrittura di codice boilerplate, facendo risparmiare tempo prezioso.

Questa differenza di impatto sottolinea un punto fondamentale: l’AI va considerata uno strumento da utilizzare in modo strategico e mirato, non una soluzione universale. Per chi lavora in ambienti maturi, con codice consolidato e ben conosciuto, l’assistente AI non sostituisce la competenza e la rapidità dell’esperto, ma può comunque rappresentare un supporto per compiti ripetitivi o per alleggerire la fatica mentale, migliorando l’esperienza lavorativa complessiva.

Inoltre, anche se l’AI può rallentare in termini di tempo, molti sviluppatori riportano un minor stress e una percezione di lavoro più “leggero” e meno faticoso, che a lungo termine può avere effetti positivi sul benessere e la qualità del lavoro. Questa componente psicologica non va sottovalutata, soprattutto in un settore spesso caratterizzato da carichi cognitivi elevati e deadline serrate.

In definitiva, questo studio ci invita a riflettere con più equilibrio sull’integrazione degli strumenti AI nel workflow degli sviluppatori. Non si tratta di una tecnologia che “sostituisce” o “migliora” automaticamente la produttività, ma di un supporto che, se ben calibrato, può amplificare la qualità e l’efficacia del lavoro. La chiave è avere aspettative realistiche e comprendere bene quando e come utilizzare l’AI, valorizzando le competenze umane e minimizzando i tempi di revisione.

In un’epoca in cui l’AI sta diventando sempre più diffusa, questa consapevolezza diventa fondamentale per evitare delusioni e per trarre il massimo vantaggio dagli strumenti a nostra disposizione, senza dimenticare che la competenza, l’esperienza e il giudizio critico rimangono insostituibili.

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albertofattori Alberto Fattori is an Italian venture capitalist, digital innovator, and entrepreneur with a pioneering spirit in technology and media. With a background in Computer Science, he began his career in the 1990s as CEO of Glamm Interactive, where he played a key role in developing cutting-edge digital platforms, including the official website of the Vatican (Vatican.va) and other prestigious web projects. Over the decades, Alberto has remained at the forefront of innovation, blending creativity, business strategy, and technological foresight. Today, he is actively involved in venture capital, investing in disruptive startups across e-commerce, blockchain, phygital media, and AI-powered ecosystems. As a founding force behind Nexth iTV+, he champions the concept of Phygital iTV, a seamless integration of physical and digital experiences across sectors such as Wine & Spirits, Fashion, Travel, and Education. Through his initiatives, Alberto promotes new models of interaction, economic cooperation, and international business—guided by a strong belief in Sharism over protectionism. His vision is grounded in turning ideas into impactful realities by connecting capital, creativity, and technology across borders.