Sharismo e LCM: Ripensare l’Intelligenza Artificiale come Intelligenza Condivisa
I Large Concept Models superano gli LLM grazie al ragionamento concettuale, offrendo comprensione profonda, logica e intelligenza multimodale. Mentre i Large Language Models si concentrano sulle parole, i Large Concept Models (LCM) segnano un cambio di paradigma: ragionano per concetti, abilitando un’IA più profonda, logica e capace di operare su più lingue e modalità. Scopri come gli LCM stanno ridefinendo il futuro dell’intelligenza artificiale.

In un’epoca in cui i confini dell’intelligenza artificiale si espandono rapidamente, spesso in modi imprevedibili, il dialogo tra tecnologia e valori umani non è più accessorio: è fondamentale. Uno degli incroci più stimolanti si colloca tra lo Sharismo, filosofia socio-culturale basata sulla condivisione, e il paradigma emergente dei Large Concept Models (LCM), una nuova generazione di sistemi di intelligenza artificiale. Questo articolo esplora come questi due mondi possano incontrarsi per ridefinire le architetture cognitive e digitali del futuro.
Dall’accumulo informativo all’intelligenza condivisa
La storia del digitale è stata, sin dall’inizio, attraversata da una tensione tra apertura e controllo, collaborazione e monopolizzazione. Internet nasce come uno spazio utopico per la condivisione del sapere—attraverso il software open-source, i forum, i wiki, le licenze Creative Commons. Eppure, negli ultimi anni, abbiamo assistito a una crescente centralizzazione del potere, delle piattaforme e dei dati, soprattutto nel campo dell’IA.
È proprio qui che lo Sharismo si propone come una corrente alternativa e necessaria. Basato sull’atto volontario di condividere idee, strumenti, esperienze e conoscenza, lo Sharismo sostiene che il valore collettivo aumenta—e non si riduce—quando il sapere circola liberamente. Favorisce la collaborazione tra pari, la trasparenza, l’inclusività nei processi culturali ed economici.
Ma cosa c’entra tutto ciò con l’intelligenza artificiale?
Dai LLM agli LCM: il salto concettuale dell’IA
I modelli linguistici di grandi dimensioni, come ChatGPT o Gemini, hanno rivoluzionato il modo in cui interagiamo con il linguaggio e l’informazione. Tuttavia, operano principalmente attraverso statistiche e correlazioni probabilistiche. Generano frasi plausibili, ma spesso senza reale comprensione concettuale.
Gli LCM (Large Concept Models) rappresentano una svolta: non si limitano a prevedere parole, ma ragionano in termini di concetti, relazioni semantiche, strutture cognitive. Sono progettati per costruire significato in modo multi-lingua, multi-culturale e multidisciplinare, promuovendo deduzioni logiche spiegabili e una comprensione più profonda delle connessioni tra saperi.
Se i LLM sono come enciclopedie rapide, gli LCM sono come menti che comprendono, riorganizzano e reinterpretano l’enciclopedia stessa.
Sharismo e LCM: sinergia filosofica e tecnologica
L’incontro tra Sharismo e LCM non è soltanto auspicabile: è urgente. Per almeno tre motivi chiave:
1. Semantica condivisa al posto di scatole nere proprietarie
Lo Sharismo propone modelli aperti: ontologie accessibili, grafi concettuali condivisi, trasparenza nei processi di ragionamento. Un LCM costruito su queste basi potrebbe utilizzare basi di conoscenza comuni (come i database culturali multilingua) per generare IA fondate su intelligenza collettiva, e non su data silos corporativi.
Il risultato? Un’IA che spiega le sue scelte e che può essere compresa, verificata, migliorata da tutti.
2. Intelligenza multiculturale e multilinguistica
Lo Sharismo si nutre di pluralità, non solo di dati ma di visioni del mondo. Un LCM che sappia navigare tra strutture concettuali differenti, traducendo paradigmi culturali, potrebbe diventare uno strumento di dialogo globale, capace di mediare e valorizzare la diversità.
Un’IA sharista non cerca l’uniformità, ma trasforma la diversità in coerenza.
3. Empowerment decentralizzato anziché estrattivismo digitale
L’attuale architettura dell’IA è centralizzata e spesso estrattiva: raccoglie dati senza consenso, genera valore per pochi, esclude le comunità che l’hanno alimentata.
Un LCM sviluppato secondo principi sharisti promuove infrastrutture cognitive decentralizzate, gestite da modelli cooperativi, orientate a servire bisogni locali, rispettando la proprietà dei dati e incentivando l’innovazione distribuita.
Applicazioni reali: dove nasce l’impatto
Cosa significa tutto questo nel concreto?
- Educazione: le scuole potrebbero adottare LCM allenati su risorse educative locali e aperte, adattate a culture e stili cognitivi differenti, superando modelli standardizzati e imposti dall’alto.
- Ricerca e innovazione: i centri di ricerca potrebbero costruire insieme grafi concettuali open-source, accelerando le scoperte scientifiche senza dover dipendere da piattaforme proprietarie.
- Partecipazione civica: le istituzioni pubbliche potrebbero offrire assistenti LCM in grado di spiegare leggi, raccogliere feedback, facilitare il co-design di politiche pubbliche.
- Economia circolare: supply chain locali potrebbero essere orchestrate da LCM capaci di connettere bisogni e risorse in tempo reale, generando ecosistemi dinamici e sostenibili.
- Arte e cultura: artisti e curatori potrebbero collaborare con LCM in grado di comprendere intenzioni, contesti e simbolismi, creando opere ibride inedite.
Un LCM sharista è possibile
Come sarebbe un vero LCM ispirato dallo Sharismo?
- Allenato su dati aperti e consapevolmente condivisi.
- Capace di leggere relazioni semantiche, non solo correlazioni numeriche.
- Governato da modelli cooperativi o DAO.
- Progettato per potenziare l’intelligenza collettiva, non per sostituirla.
Riprenderci l’immaginario dell’IA
Troppo spesso l’intelligenza artificiale viene raccontata in modo binario: tra entusiasmo acritico e paure distopiche. Ma tra il mito e la minaccia esiste un’altra via: quella della progettazione condivisa, radicata nei valori, nelle comunità, nelle relazioni umane.
L’incontro tra Sharismo e LCM può generare un nuovo paradigma: non un’intelligenza artificiale che domina, ma una intelligenza condivisa che connette, interpreta, valorizza.
Non intelligenza “artificiale”, ma intelligenza aumentata e distribuita. Non monopolio cognitivo, ma sovranità concettuale collettiva.
Se il Novecento è stato il secolo della produzione di massa, e l’inizio del XXI quello dei dati e delle piattaforme, i prossimi decenni potrebbero essere definiti dalla cognizione condivisa—alimentata dallo Sharismo e resa possibile dagli LCM.
È ora di costruirla.
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