Sharismo e sussidi di Stato per la comunicazione social: perché non è questa la strada per promuovere il territorio
Sharismo e comunicazione pubblica: perché i sussidi social non bastano a promuovere il territorio. Molte amministrazioni investono in campagne social istituzionali per promuovere i territori, ma spesso mancano autenticità e coinvolgimento. Scopri perché lo Sharismo — un modello partecipativo e distribuito — rappresenta una nuova via per valorizzare davvero le comunità locali.

Nell’era digitale la comunicazione ha subito una trasformazione radicale. I social media hanno dato a ogni individuo il potere di essere allo stesso tempo consumatore e creatore di contenuti. Eppure, paradossalmente, molte amministrazioni pubbliche continuano a puntare su campagne social sovvenzionate dallo Stato, con un approccio top-down per promuovere i propri territori. Queste iniziative, spesso costose e curate nella forma, risultano però spesso inefficaci nel creare un vero coinvolgimento o un impatto duraturo.
Qui entra in gioco il concetto di Sharismo, una filosofia digitale che valorizza la condivisione aperta, la collaborazione e il protagonismo delle comunità nel raccontare le proprie storie. Questo modello si contrappone all’approccio centralizzato e istituzionale che, spesso, con i suoi sussidi finisce per soffocare le voci autentiche del territorio.
I limiti delle campagne social sovvenzionate dallo Stato
Le amministrazioni pubbliche spesso destinano ingenti risorse a società esterne o agenzie per realizzare campagne di comunicazione sui social media, con l’obiettivo di attrarre turisti, investitori o migliorare l’immagine del territorio. Tuttavia, queste campagne tendono a essere:
- Generiche: pensate per un pubblico molto vasto, finiscono per proporre messaggi stereotipati, poco distintivi e privi di personalità.
- Top-down: comunicano verso il pubblico, senza coinvolgere realmente la comunità locale.
- Escludenti: i veri protagonisti, cioè chi vive e lavora nel territorio — artigiani, famiglie, piccoli imprenditori — restano spesso marginalizzati o rappresentati come semplici comparse.
Il risultato è un contenuto che può garantire visibilità temporanea ma che difficilmente crea un legame profondo o un senso di orgoglio e appartenenza.
Sharismo: un modello di promozione partecipativa e collaborativa
Il Sharismo invita a superare questo modello verticale, proponendo una comunicazione orizzontale, partecipativa e distribuita. Piuttosto che investire ingenti somme in contenuti prodotti professionalmente, sarebbe più efficace e sostenibile mettere le persone che vivono il territorio al centro, trasformandole in narratori attivi.
Come?
- Incentivando la creazione di contenuti da parte dei cittadini: mettendo a disposizione strumenti, incentivi e piattaforme dove artigiani, imprenditori, cittadini possano raccontare storie autentiche.
- Costruendo spazi digitali collaborativi: piattaforme come iTV+ o hub locali dove la comunità possa condividere e amplificare i propri contenuti.
- Offrendo formazione digitale gratuita: per rendere tutti in grado di comunicare efficacemente nel mondo digitale.
- Adottando una moderazione etica e algoritmi comunitari: che valorizzino contenuti di valore e rilevanza locale, anziché dare priorità solo ai contenuti sponsorizzati.
Con Sharismo, la comunicazione diventa un processo condiviso, in cui tutti contribuiscono e traggono beneficio, non un monologo imposto dall’alto.
Un esempio concreto: da “Visita Regione X” a “Vivi la tua Regione X”
Immaginiamo di sostituire il classico slogan di una campagna pubblicitaria “Visita Regione X” con un’iniziativa partecipativa chiamata “Vivi la tua Regione X”, in cui:
- I cittadini caricano foto, video e racconti della loro vita quotidiana, tradizioni, luoghi preferiti, esperienze personali.
- Influencer e figure culturali locali co-creano contenuti e moderano le discussioni della comunità.
- Le scuole e i giovani partecipano con progetti di narrazione digitale e creatività.
- L’interazione comunitaria genera in modo organico visibilità e attrattività, dando vita a un’economia del racconto basata su fiducia e autenticità.
Verso un nuovo paradigma per la promozione territoriale
I sussidi di Stato per la comunicazione social, pur mossi da buone intenzioni, rischiano di perpetuare un modello di comunicazione centralizzato e protezionista, sempre meno efficace nell’era digitale e partecipativa. Sharismo rappresenta invece una via per democratizzare il racconto dei territori, aprendo spazio alla pluralità delle voci, alla trasparenza e al reale coinvolgimento.
Un territorio non si promuove parlando per lui, ma dandogli la possibilità di parlare da sé. Questo non si compra con i sussidi, ma si costruisce insieme, attraverso fiducia, collaborazione e responsabilità condivisa.
È tempo che le amministrazioni ripensino le loro strategie di comunicazione, adottando il Sharismo per valorizzare le comunità, arricchire le narrazioni e promuovere davvero il proprio territorio in modo efficace e duraturo.
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