Sharismo vs Protezionismo: Ripensare il Progresso in un Mondo Interconnesso
Un'analisi critica dello scontro tra Sharismo e Protezionismo nel contesto globale attuale, esplorando come la condivisione aperta e la collaborazione possano guidare un progresso sostenibile e inclusivo in un mondo sempre più interconnesso. Questo articolo approfondisce il confronto tra Sharismo e Protezionismo, evidenziando le opportunità offerte dalla condivisione dei saperi e dalla cooperazione globale rispetto alle barriere commerciali e ai dazi. Una riflessione su come ripensare il progresso economico e sociale attraverso un approccio condiviso e integrato.

Negli ultimi anni, il protezionismo è tornato prepotentemente al centro delle politiche economiche globali. Alimentato da crisi geopolitiche, guerre commerciali e instabilità sistemiche, questo approccio si manifesta attraverso dazi, restrizioni all’import-export, sussidi interni e chiusura dei mercati. Un modello che, sebbene risponda a esigenze contingenti di difesa economica, rischia di alimentare divisioni, disuguaglianze e tensioni sociali, creando una corsa all’autarchia che frena l’innovazione e aggrava la frammentazione globale.
In questo scenario, lo Sharismo si propone come paradigma alternativo e costruttivo, capace di contrastare la deriva protezionistica con un modello fondato sulla condivisione, l’accesso aperto, l’innovazione collaborativa e il mutuo beneficio tra soggetti, territori e settori. Lungi dall’essere un’utopia, lo Sharismo promuove un’economia più interconnessa, sostenibile e inclusiva, dove la circolazione delle idee, dei dati e delle soluzioni diventa leva di sviluppo, anziché oggetto di chiusura o competizione distruttiva.
Proporre lo Sharismo oggi significa offrire una via per uscire dall’impasse tra globalismo incontrollato e nazionalismo economico, favorendo un equilibrio dinamico tra autonomia strategica e cooperazione attiva.
Queste filosofie non rappresentano soltanto strategie economiche divergenti, ma incarnano due modi profondamente diversi di intendere la crescita, la collaborazione e il progresso. Da un lato, chiudersi per difendersi. Dall’altro, aprirsi per costruire.
La vera domanda è: ???? In un mondo sempre più interdipendente, quale modello serve meglio il futuro collettivo dell’umanità?
ll Protezionismo: Muri attorno al passato
Il protezionismo nasce storicamente come strategia per difendere l’industria nazionale dalla concorrenza estera. Attraverso dazi, quote d’importazione, sussidi statali e barriere regolatorie, i governi cercano di proteggere posti di lavoro e capacità produttive interne.
Tuttavia, nel mondo globalizzato di oggi, il protezionismo spesso si trasforma in:
- Un ostacolo all’innovazione, in particolare nei settori ad alta velocità come tecnologia e biotech
- Un fattore di inflazione, che limita l’accesso a beni competitivi
- Una causa di tensioni commerciali e ritorsioni
- Un freno alle soluzioni globali che richiedono cooperazione e condivisione
Il protezionismo può far presa sull’opinione pubblica, ma nel lungo periodo rischia di produrre inefficienza economica, isolamento e occasioni perse.
Lo Sharismo: Il nuovo sistema operativo per il progresso
Lo Sharismo, al contrario, è una filosofia che propone un nuovo paradigma: la prosperità si moltiplica quando viene condivisa.
Non è anti-mercato né anti-proprietà: piuttosto, promuove un’economia in cui il valore nasce dalla collaborazione, dalla condivisione della conoscenza e dalla circolazione aperta delle idee.
I principi dello Sharismo:
- Le idee crescono quando sono condivise
- L’innovazione accelera con la collaborazione
- Gli ecosistemi prosperano se sono inclusivi
- Il progresso diventa sostenibile se accessibile
È la logica dietro l’open-source, le licenze Creative Commons, i progetti scientifici internazionali, le startup che innovano in rete.
È un approccio perfettamente allineato con l’era digitale, dove i dati e le competenze possono circolare in tempo reale.
Dazi e costi nascosti del protezionismo
Strumento principale del protezionismo, il dazio doganale è tornato al centro delle politiche industriali e commerciali di molti paesi. Ma a che prezzo?
Effetti collaterali dei dazi:
- Aumento dei prezzi per i consumatori
- Minore incentivo per le imprese locali a innovare
- Reazioni a catena: ritorsioni commerciali e perdita di mercati
- Impatti negativi sulle filiere globali
Numerosi studi dimostrano che i dazi riducono la competitività, rallentano il PIL e non risolvono le cause profonde delle crisi economiche.
Lo Sharismo come strategia economica
Lo Sharismo intende rappresentare una strategia concreta per costruire economie più resilienti, inclusive e agili.
Benefici economici dello Sharismo:
✅ Aumento della produttività grazie a R&S condivise
✅ Riduzione delle disuguaglianze con minori barriere d’accesso
✅ Maggiore resilienza attraverso reti interconnesse
✅ Innovazione più rapida in AI, energia, salute
✅ Nuove forme di proprietà e valore nella sharing economy
In breve: si passa dal vantaggio competitivo al vantaggio collaborativo.
Protezione o Partecipazione? È il momento di scegliere.
Le sfide del nostro tempo — pandemie, crisi climatica, rivoluzione digitale — richiedono cooperazione globale. Non servono muri. Servono ponti.
Lo Sharismo ci invita a ripensare l’economia come uno spazio condiviso, dove innovazione, impatto sociale e apertura vanno di pari passo.
Costruiamo fortezze… o federazioni?
Temiamo il “diverso”… o valorizziamo il collettivo?
Proteggiamo il passato… o condividiamo il futuro?
Unisciti al dibattito: Come il tuo settore potrebbe trarre vantaggio dallo Sharismo? https://sharism.wiki o https://sharism.one
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