Facebook è una piattaforma Sharista? Ripensare la condivisione nell’era del capitalismo della sorveglianza
Analisi critica di Facebook come piattaforma di condivisione nell’era del capitalismo della sorveglianza. Esploriamo come la condivisione venga trasformata in strumento di estrazione dati e monetizzazione, e perché serva un modello alternativo basato sui principi dello Sharismo. Questo articolo indaga se Facebook possa davvero essere considerata una piattaforma Sharista o se il suo modello economico di capitalismo della sorveglianza ne comprometta il valore collaborativo. Scopri come lo Sharismo propone una visione alternativa per una condivisione autentica e sostenibile nell’era digitale.

L’evoluzione di Facebook e di molte altre piattaforme digitali non può essere compresa pienamente senza affrontare il concetto di Capitalismo della Sorveglianza, una definizione coniata da Shoshana Zuboff per descrivere un nuovo modello economico basato sull’estrazione sistematica di dati comportamentali.
Nel Capitalismo della Sorveglianza:
- Gli utenti non sono clienti, ma materie prime. I dati personali vengono raccolti, analizzati e trasformati in "prodotti predittivi" venduti a terzi per fini pubblicitari o politici.
- L’algoritmo diventa strumento di controllo. Ogni azione online viene monitorata e orientata per massimizzare l’attenzione e il tempo trascorso sulla piattaforma, a discapito della qualità dell’informazione condivisa.
- Il valore creato collettivamente è privatizzato. Le relazioni, i contenuti, le interazioni e persino le emozioni degli utenti vengono trasformate in capitale proprietario dell’azienda.
Questo modello è in aperto contrasto con i principi dello Sharismo, che promuove trasparenza, condivisione paritaria del valore e partecipazione consapevole. Mentre lo Sharismo immagina una società in cui i dati sono bene comune e le tecnologie potenziano le comunità, il Capitalismo della Sorveglianza trasforma la condivisione in sorveglianza commerciale.
Non basta, quindi, offrire strumenti per condividere: è fondamentale analizzare la finalità e la governance delle piattaforme. Chi controlla gli algoritmi? Dove finisce il valore creato dagli utenti? A chi appartengono i dati?
Lo Sharismo si propone come alternativa sistemica a questa deriva, chiedendo una radicale ridefinizione del rapporto tra tecnologia, dati e società.
Cos’è lo Sharismo
Lo Sharismo è una filosofia culturale ed economica che promuove la condivisione aperta, la collaborazione peer-to-peer e la creazione collettiva di valore. I suoi principi fondamentali includono:
- Condivisione della conoscenza anziché accumulo
- Innovazione aperta contro sistemi chiusi
- Beneficio collettivo al posto del controllo centralizzato
Lo Sharismo si oppone ai modelli proprietari e accentra il potere nelle mani della comunità, puntando su apprendimento reciproco e sviluppo sostenibile.
Facebook: piattaforma di condivisione o di estrazione?
A prima vista, Facebook sembra incarnare lo spirito dello Sharismo. Gli utenti condividono quotidianamente idee, esperienze, contenuti e relazioni con una portata globale. Movimenti dal basso prosperano grazie alla viralità dei contenuti.
Tuttavia, dietro questa apparenza si cela un modello economico molto diverso: il capitalismo della sorveglianza.
- Facebook monetizza i dati degli utenti non per potenziarli, ma per massimizzare la pubblicità.
- Gli algoritmi sono ottimizzati per l’engagement, non per la diffusione della conoscenza.
- I contenuti sono regolati da policy opache, e il valore generato viene centralizzato dalla piattaforma.
In questo schema, la condivisione diventa strumento di estrazione, non fine emancipatore.
Sharismo vs. Facebook
Nonostante il suo linguaggio, Facebook opera secondo una logica opposta a quella dello Sharismo.
Facebook può diventare una piattaforma Sharista?
Ad oggi, Facebook non è una piattaforma Sharista, ma potrebbe avvicinarsi a quel modello se intraprendesse alcune trasformazioni radicali:
- Portabilità e proprietà dei dati da parte dell’utente.
- Algoritmi open source e auditabili dalla comunità.
- Modelli di revenue sharing che ricompensano i creatori.
- Governance decentralizzata con voce attiva agli utenti.
Questi cambiamenti richiederebbero una svolta etica e strategica profonda, ma sono possibili.
Facebook non è oggi una piattaforma Sharista, poiché il suo modello si basa sull’appropriazione privata del valore generato collettivamente. Invece di potenziare gli utenti, li trasforma in fonti di capitale.
Lo Sharismo resta una visione alternativa che punta su cooperazione, trasparenza e beneficio condiviso. Se vogliamo un ecosistema digitale più equo e partecipativo, abbiamo bisogno di nuovi modelli—o di riforme coraggiose delle piattaforme esistenti.
Oltre la Condivisione: le Domande Essenziali
Offrire strumenti per condividere non basta. Dietro ogni azione digitale, si nascondono dinamiche profonde che meritano attenzione critica. È necessario porsi alcune domande fondamentali:
- Chi controlla gli algoritmi? Sono trasparenti o manipolano le nostre scelte per aumentare il tempo di permanenza sulle piattaforme?
- A chi appartiene il valore generato? I contenuti, le relazioni, le interazioni: chi ne beneficia realmente?
- Dove finiscono i nostri dati? Sono protetti? Utilizzati per fini collettivi o monetizzati da pochi?
Lo Sharismo rappresenta un’alternativa concreta e necessaria al modello dominante, proponendo una visione in cui la tecnologia è al servizio delle persone e non il contrario. Invita a ridefinire il rapporto tra tecnologia, dati e società, orientandolo verso trasparenza, equità e partecipazione attiva.
È tempo di reclamare il digitale come bene comune.
Informazioni su Sharismo https://sharism.wiki - https://sharism.xyz
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